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‘Sia Cristiana Girelli che Alisha Lehmann vogliono andarsene’ Entrambe hanno deciso di lasciare la squadra femminile della Juventus con effetto immediato a causa di… Leggi tutto

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La notizia ha colpito il mondo del calcio femminile italiano come un fulmine a ciel sereno: Cristiana Girelli e Alisha Lehmann, due delle figure più iconiche della Juventus Women, hanno deciso di lasciare la squadra con effetto immediato. La decisione, annunciata nelle ultime ore, ha generato un turbinio di domande, speculazioni e reazioni contrastanti tra tifosi, addetti ai lavori e osservatori del settore. Entrambe le calciatrici, seppur con percorsi e profili molto diversi, rappresentano pilastri importanti per il club bianconero, e il loro addio improvviso solleva interrogativi sulle motivazioni, sulle dinamiche interne e sul futuro della squadra in un momento cruciale della stagione.

Cristiana Girelli, attaccante della nazionale italiana e simbolo del calcio femminile italiano, è legata alla Juventus dal 2017, contribuendo in modo determinante alla crescita e ai successi del club. Con la maglia bianconera ha vinto cinque scudetti consecutivi, quattro Coppe Italia e due Supercoppe italiane, diventando un punto di riferimento non solo per le sue qualità tecniche—un istinto del gol innato, una capacità di lettura del gioco fuori dal comune—ma anche per la sua leadership e l’identità che ha saputo costruire con la società e il pubblico. La sua presenza in campo e nello spogliatoio è stata spesso descritta come indispensabile, soprattutto nelle fasi più delicate delle competizioni. Proprio per questo, la scelta di interrompere il rapporto in modo così brusco lascia stupiti: come può una giocatrice così centrale, ancora in grado di fornire prestazioni di alto livello, decidere di abbandonare la squadra a stagione in corso?


Diverso, ma ugualmente significativo, è il caso di Alisha Lehmann. La calciatrice svizzera, arrivata alla Juventus nell’estate del 2021, ha portato con sé non solo talento atletico—velocità, dribbling, versatilità nel ricoprire ruoli offensivi—ma anche un’aura di celebrità mediatica senza precedenti nel calcio femminile. Con milioni di follower sui social network, Lehmann ha contribuito ad ampliare la visibilità internazionale della Juventus, attirando l’attenzione di un pubblico giovane e globale. Tuttavia, il suo percorso in bianconero non è stato privo di alti e bassi: tra infortuni, alternanza tra titolarità e panchina, e un adattamento non sempre lineare al campionato italiano, la sua esperienza è apparsa a tratti complessa. La decisione di lasciare Torino anticipatamente, però, sorprende per la repentinità, considerando che la finestra di trasferimento estiva avrebbe potuto offrire una soluzione più strutturata.

Le ragioni dietro queste uscite restano, al momento, parzialmente avvolte nel mistero. Fonti vicine alle giocatrici parlano di “scelte personali” e “necessità di nuovi stimoli”, ma è inevitabile chiedersi se ci siano dinamiche più profonde all’interno dello spogliatoio o della società. Nel caso di Girelli, ad esempio, si ipotizza un possibile disagio legato al progetto sportivo: nonostante la Juventus continui a dominare in Italia, le sfide europee—in particolare in Women’s Champions League—hanno spesso evidenziato limiti competitivi rispetto alle grandi squadre del continente. Per una calciatrice della sua ambizione, la mancanza di progressi significativi a livello internazionale potrebbe aver alimentato il desiderio di cercare un’esperienza in un contesto più stimolante, magari in Inghilterra o in Spagna, dove il calcio femminile vive una crescita esponenziale. Inoltre, non è da escludere che tensioni con lo staff tecnico, o una riduzione del proprio spazio in campo a favore di giovani promesse, abbiano influito sulla decisione.

Per quanto riguarda Lehmann, invece, le motivazioni potrebbero essere legate a una combinazione di fattori professionali e personali. La calciatrice svizzera, che nel corso degli anni ha bilanciato la carriera sportiva con impegni extra-campo—dalla moda alla collaborazione con brand internazionali—potrebbe aver valutato l’opportunità di trasferirsi in una lega più adatta al suo stile di gioco e alle sue aspirazioni commerciali. La Women’s Super League inglese, ad esempio, offre non solo maggiore competitività ma anche visibilità mediatica e opportunità di sponsorship difficili da eguagliare in Italia. Inoltre, il desiderio di avvicinarsi alla famiglia o di vivere in un contesto culturale più affine alle sue esigenze potrebbe aver giocato un ruolo determinante. Tuttavia, resta da chiarire se la Juventus abbia tentato di trattenerla con proposte migliorative o se, al contrario, la separazione sia stata accolta con freddezza da entrambe le parti.

L’impatto di queste partenze sulla squadra è difficilmente calcolabile. La Juventus Women, reduce da un dominio quasi assoluto nel calcio italiano, si trova ora a dover affrontare una fase di transizione inaspettata. Perdere due giocatrici del calibro di Girelli e Lehmann in una sola volta significa privarsi non solo di qualità tecniche, ma anche di personalità in grado di influenzare gli equilibri del gruppo. Girelli, con la sua esperienza e capacità di trascinare le compagne nei momenti difficili, lascia un vuoto che non può essere colmato semplicemente con un acquisto sul mercato. Allo stesso modo, Lehmann, pur con un rendimento altalenante, rappresentava un’opzione imprevedibile in attacco, capace di sbloccare partite grazie alla sua velocità e creatività. Senza di loro, l’allenatore Joe Montemurro dovrà reinventare l’assetto tattico, puntando magari sulle giovani del vivaio o accelerando i piani per nuovi arrivi nel prossimo mercato.

Le reazioni dei tifosi riflettono un misto di delusione e comprensione. Da un lato, i sostenitori della Juventus esprimono rammarico per la perdita di due simboli, soprattutto nel caso di Girelli, che con la sua dedizione ha conquistato il cuore della curva. Dall’altro, c’è chi riconosce che il calcio moderno, soprattutto nella sua declinazione femminile, è sempre più influenzato da esigenze individuali e opportunità globali, rendendo difficile trattenere giocatrici ambiziose in un contesto—come quello italiano—ancora in ritardo sotto vari aspetti infrastrutturali e di appeal. Sul web, intanto, non mancano le teorie più fantasiose: c’è chi parla di contrasti con la dirigenza per questioni contrattuali, chi ipotizza un trasferimento a sorpresa in un club rivale, e chi addirittura evoca tensioni personali tra le due calciatrici e il resto della squadra. Tuttavia, in assenza di dichiarazioni ufficiali dettagliate, queste rimangono mere congetture.

A livello mediatico, la notizia ha riacceso il dibattito sulla crescita—o sulla stagnazione—del calcio femminile in Italia. Nonostante i progressi degli ultimi anni, con l’aumento di professionismo e copertura televisiva, il campionato italiano fatica a competere con le realtà di Paesi come Inghilterra, Francia o Germania, sia in termini economici che di attrattività. L’addio di due stelle come Girelli e Lehmann potrebbe essere interpretato come un campanello d’allarme: se le migliori giocatrici scelgono di andarsene, significa che c’è ancora molto lavoro da fare per rendere il calcio femminile italiano un punto di riferimento a livello internazionale. D’altronde, la Juventus stessa, pur essendo un’eccellenza nel panorama nazionale, deve confrontarsi con risorse limitate rispetto ai colossi europei, e questo potrebbe influire sulla capacità di costruire un progetto vincente e duraturo.

In conclusione, le partenze di Cristiana Girelli e Alisha Lehmann dalla Juventus Women rappresentano una svolta emblematica per il calcio femminile italiano. Oltre alle implicazioni sportive immediate—con una squadra costretta a rinnovarsi nel vivo della stagione—il fatto solleva questioni strutturali sulla capacità del sistema di trattenere talenti e offrire un’ambiente competitivo e gratificante. Per Girelli, si chiude un capitolo glorioso, con la speranza che il suo futuro, sia dentro che fuori dal campo, possa continuare a ispirare le nuove generazioni. Per Lehmann, invece, si apre una nuova sfida, all’insegna della sua personalità poliedrica e del desiderio di esplorare orizzonti diversi. Quello che è certo è che, in un mondo sportivo in continua evoluzione, le scelte delle atlete riflettono non solo ambizioni personali, ma anche le contraddizioni e le opportunità di un movimento ancora in cerca di piena maturità. La Juventus, dal canto suo, dovrà dimostrare di saper trasformare questa crisi in un’occasione di rinascita, puntando sulla sua tradizione e sulla capacità di innovarsi senza perdere l’anima.



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