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Il presidente della Fiorentina Rocco Commisso racconta le sfide degli investimenti in Serie A
Rocco Commisso, il presidente della Fiorentina, è una figura centrale nel panorama calcistico italiano da quando ha acquistato il club nel 2019. La sua avventura come proprietario della squadra viola ha portato una ventata di aria fresca, ma anche una serie di sfide che Commisso ha affrontato con determinazione e passione. In particolare, il magnate italo-americano ha messo in luce le difficoltà e le sfide associate agli investimenti nella Serie A, il massimo campionato di calcio italiano, evidenziando come il contesto economico, infrastrutturale e burocratico renda complesso il cammino verso la crescita sostenibile e il successo.
Sin dal suo arrivo, Commisso ha espresso apertamente la sua frustrazione per la lentezza e la complessità della burocrazia italiana. Questo aspetto rappresenta una delle principali difficoltà per qualsiasi investitore che desideri apportare miglioramenti significativi in termini di infrastrutture sportive. Il presidente ha sottolineato come il progetto del nuovo stadio per la Fiorentina sia stato rallentato da interminabili iter amministrativi, lungaggini procedurali e ostacoli normativi. Commisso ha più volte lamentato il fatto che la costruzione o la ristrutturazione di uno stadio in Italia è spesso una missione quasi impossibile, a causa delle innumerevoli autorizzazioni necessarie e dei vari livelli di approvazione richiesti da enti locali, regionali e nazionali. Questo problema non riguarda solo la Fiorentina, ma tutte le squadre italiane, che spesso si trovano a giocare in stadi vecchi e non adatti alle esigenze moderne.
La questione degli stadi è particolarmente rilevante nel contesto della Serie A, dove la maggior parte delle strutture è datata e necessita di rinnovamenti significativi. Commisso ha osservato come negli Stati Uniti, la costruzione di nuovi stadi sia spesso facilitata da partnership pubblico-private, incentivi fiscali e un quadro normativo più snello. In Italia, invece, i progetti di infrastrutture sportive incontrano resistenze sia politiche che burocratiche, creando un ambiente poco favorevole per gli investimenti. Secondo Commisso, questa situazione ostacola la crescita del calcio italiano nel suo complesso, limitando le entrate delle squadre e la loro capacità di competere con i club europei più ricchi.
Oltre alle difficoltà infrastrutturali, Commisso ha anche parlato delle sfide economiche che gli investitori devono affrontare in Serie A. In particolare, ha sottolineato come il sistema fiscale italiano rappresenti un ulteriore ostacolo. La tassazione sui salari dei calciatori e sul reddito dei club è particolarmente elevata rispetto ad altri paesi europei, come l’Inghilterra o la Spagna. Questo rende difficile per le squadre italiane attrarre e trattenere talenti di livello mondiale, poiché i giocatori sono spesso attirati da stipendi netti più elevati offerti da altri campionati. Commisso ha evidenziato come questa situazione penalizzi la Serie A, rendendo difficile per le squadre italiane competere sul mercato dei trasferimenti.
Un altro aspetto che Commisso ha affrontato è la mancanza di ricavi da diritti televisivi. La Serie A, a differenza della Premier League inglese, ha difficoltà a monetizzare i propri diritti televisivi a livello globale. Commisso ha osservato che il valore dei diritti televisivi della Serie A è significativamente inferiore rispetto a quello dei campionati inglesi o spagnoli, e ciò rappresenta una sfida enorme per le squadre italiane. La mancanza di ricavi significativi da diritti televisivi limita le possibilità di investimento e crescita delle squadre. Commisso ha suggerito che una gestione più centralizzata e professionale dei diritti televisivi potrebbe aiutare a migliorare la situazione, rendendo la Serie A più competitiva sul mercato internazionale.
Oltre alle difficoltà economiche e burocratiche, Commisso ha anche parlato della cultura del calcio italiano e delle resistenze che ha incontrato come investitore straniero. Pur essendo di origine italiana, Commisso ha spesso evidenziato come il suo status di imprenditore americano lo abbia reso un outsider nel mondo del calcio italiano. Ha parlato delle resistenze culturali e della diffidenza che molti club italiani hanno verso gli investitori stranieri, visti spesso come intrusi piuttosto che come potenziali partner per lo sviluppo del calcio in Italia. Commisso ha insistito sul fatto che, per rilanciare il calcio italiano, è necessario un cambiamento culturale che accolga l’apporto di capitali stranieri e di nuove idee manageriali.
Commisso ha anche discusso delle difficoltà nel modernizzare la gestione e l’organizzazione interna del club. Ha evidenziato come molti club italiani, inclusa la Fiorentina, siano spesso gestiti in modo tradizionale, con poca attenzione all’innovazione e all’efficienza. Questo si riflette nella difficoltà di implementare modelli di business moderni, come quelli basati sui dati e sull’analisi delle prestazioni. Secondo Commisso, uno dei modi per rendere la Serie A più competitiva è adottare un approccio più scientifico e basato sui dati nella gestione dei club, dalla selezione dei talenti alla preparazione atletica.
Un altro punto cruciale sollevato da Commisso riguarda l’equilibrio competitivo all’interno della Serie A. Ha spesso parlato del divario crescente tra i grandi club e quelli più piccoli, una situazione che si riflette anche nelle entrate televisive e nelle risorse disponibili per gli investimenti. Secondo Commisso, la Serie A dovrebbe adottare un modello di redistribuzione più equo delle risorse, simile a quello utilizzato in Premier League, per garantire una maggiore competitività e una più equa distribuzione delle entrate. Ha sottolineato che una lega più competitiva attirerebbe maggiori investimenti e un pubblico più ampio, migliorando così la salute generale del calcio italiano.
Rocco Commisso ha anche parlato delle sue ambizioni per la Fiorentina. Ha ribadito il suo impegno a lungo termine con il club, sottolineando come il suo obiettivo principale sia quello di riportare la Fiorentina tra le migliori squadre d’Italia e d’Europa. Tuttavia, ha anche riconosciuto che questo obiettivo è strettamente legato alla capacità di superare le numerose sfide strutturali, economiche e culturali che caratterizzano il calcio italiano. Commisso ha espresso la sua frustrazione per la lentezza dei progressi, ma ha anche manifestato ottimismo per il futuro, evidenziando la necessità di una maggiore collaborazione tra i vari attori del calcio italiano per creare un ambiente più favorevole agli investimenti e alla crescita.
In sintesi, Rocco Commisso ha offerto una visione chiara delle difficoltà che un investitore affronta nel mondo del calcio italiano. Le sue osservazioni mettono in luce la necessità di riforme strutturali e culturali per rendere la Serie A più competitiva a livello internazionale. Sebbene le sfide siano molte, Commisso rimane determinato a continuare il suo lavoro alla Fiorentina, convinto che con il giusto supporto e una visione chiara, il calcio italiano possa tornare a essere uno dei principali protagonisti del panorama calcistico mondiale.
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